Decreto anti-rave, protegge o limita?

 In cosa consiste?

A circa due settimane dalla salita del Governo di Giorgia Meloni, durante il primo consiglio dei Ministri operativi, è stato varato un nuovo decreto legge che insiste anche sui cosiddetti “rave party”, raduni musicali raduni non autorizzati e clandestini nati negli anni ’80, che nel corso degli anni sono andati sempre più a degenerare: da eventi ludici a sfondo politico, usati come mezzo di protesta contro la società dai giovani, sono diventati solo occasione di festa incontrollata aggravata dalla presenza di spaccio e di disturbo alla quiete pubblica causando anche danni a proprietà altrui.

Quindi il 31 Ottobre 2022 in Gazzetta Ufficiale viene pubblicato il nuovo articolo del Codice penale, il 434-bis, che cita:

"L’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico…da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno…è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000." 

Le reazioni che questo ha causato.

Ci sono state critiche a riguardo poiché il decreto, non parlando specificamente di rave party, va a punire anche i possibili partecipanti a una manifestazione pacifica. Questo è un argomento che tocca anche noi studenti perché si pone il problema se l’occupazione delle scuole, come mezzo di protesta, sia un atto perseguibile. In aggiunta il reato di occupazione illecita di terreni o edifici era già presente nell’articolo 633 del nostro Codice Penale, con l’unica differenza che il nuovo delitto è perseguibile d’ufficio, vale a dire che non è più solo la persona che possiede il territorio occupato a poter denunciare, ma chiunque. Infine molti dicono che la pena appare sproporzionata. Per questi motivi, ad appena 48 ore dall’approvazione il Governo stava già pensando come cambiare il decreto anti-rave in due dei punti criticati: diminuire l’eccessiva condanna e l’aggiunta della possibilità di usare le intercettazioni per le indagini.

Nonostante il testo ambiguo del decreto, il Governo ha voluto specificare che l’intenzione non è quella di consentire l’applicazione del provvedimento anche alle occupazioni a sfondo politico, di scuole o altri edifici pubblici. Per evidenziare il disappunto, il 7 Novembre sera la piazza davanti Palazzo Marina a Milano è stata occupata da un gruppo di studenti che enunciavano la seguente frase provocatoria “Signor Presidente, questa piazza è illegale?”. 


Elisa Corradini, 4C

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