Ginnastica ritmica nel mirino dello scandalo

Dopo le denunce di Corradini, Basta e Galtarossa arrivano i provvedimenti della Federginnastica, nuove testimonianze ed i commenti di vicinanza dei colleghi. 

Riflettori puntati sul mondo della ginnastica ritmica dopo i risultati che hanno portato in alto il nome delle azzurre ai mondiali, con 9 medaglie di cui 5 ori. 

Dopo le dichiarazioni di Nina Corradini e Anna Basta, 19 e 22 anni, ex ginnaste della nazionale, il quartier generale delle Farfalle, l’accademia di Desio (in Brianza) si appresta ad essere protagonista di uno dei periodi più bui nella storia di questo sport. 

Le giovani ginnaste hanno recentemente denunciato, in un’intervista a “La Repubblica”, gli abusi psicologici e le umiliazioni quotidiane ricevuti dall'entourage azzurro della ritmica. Altra rivelazione quella dell’ex ginnasta Giulia Galtarossa, ultima delle Farfalle ad aver dato voce alla terrificante realtà di molte giovani atlete. «Mangiavo sempre meno, ma ogni mattina salivo sulla bilancia e non andavo bene» le parole di Nina Corradini. A qualche giorno di distanza dalle denunce arriva il commissariato d’urgenza dell’accademia internazionale di Desio, deliberato dal presidente della Federginnastica Gherardo Tecchi dopo l’incontro con il ministro dello Sport Andrea Abodi, e il presidente del Coni Giovanni Malagò. Durante l’inchiesta l’amministrazione sarà commissariata da un gestore esterno, il vicepresidente vicario della federazione Valter Pieroni.

Dopo un’intervista a “La Repubblica” Tecchi ha riconosciuto la gravità delle testimonianze dichiarandosi pronto a dare inizio ad un cambiamento: «Non ci sono medaglie che giustificano comportamenti simili verso giovani atlete».

D’altronde non si può dire che questa sia una questione recente. In precedenza infatti genitori e ginnaste avevano tentato di denunciare gli abusi e le offese, spesso ricevendo un trattamento di indifferenza o, come nel caso di Lara Paolini (ex ginnasta di Ascoli) che nel 2015 aveva comunicato la sua intenzione di denunciare l’espulsione ingiustificata, ricevendo un messaggio dall’amaro retrogusto minaccioso.

La Federginnastica tenta ora di arginare le conseguenze del vaso di Pandora aperto dopo l’esplosione del caso di Desio istituendo una commissione etica per l’ascolto delle atlete coinvolte nelle denunce, la “Safeguarding Officer Fgi”, presieduta da Pierluigi Matera, docente di diritto privato, e composta dagli psicologi Silvia Salis e Mauro Gatti oltre allo stanziamento di 120 mila euro per il progetto di salvaguardia degli atleti, la disposizione di un duty officer (ufficiale di servizio che vigili settimanalmente sulle condizioni di salute delle ginnaste) ed il servizio di whistleblowing per raccogliere dichiarazioni anonime su eventuali situazioni anomale.

A difesa del mondo della ginnastica ritmica e degli allenatori di questo sport, Alessia Murelli, 26 anni, una delle ginnaste più premiate in attività ed ex capitano delle Farfalle ha espresso in un’intervista all'Ansa la sua vicinanza alle ginnaste coinvolte. 

È un errore, però, fare di tutta l’erba un fascio: «non è una disciplina così disumana e subdola. Non lo deve essere. E lo posso affermare con piena consapevolezza». Queste le parole della ginnasta che riconosce la fortuna di essere cresciuta in un ambiente sano in cui il rispetto tra allenatore e atleta e soprattutto il rispetto per il proprio corpo non è mai mancato. La Murelli ripone fiducia nelle indagini confidando nel fatto che queste possano portare alla luce problemi irrisolti per lavorare su ciò 1 che non ha funzionato: «lo si deve all’amore di uno sport troppo bello per spegnersi». 

In conclusione, le dichiarazioni dei consiglieri della Fgi in rappresentanza degli atleti Michela Castoldi e Paolo Principi, che si sono totalmente schierati al fianco delle ginnaste: «inizieremo anche un progetto di Athlete Empowerment, per guidare, con il nostro presidente e con la federazione, una vera e propria rivoluzione culturale, rivoluzione che non può più attendere». 

Giada Michero, 4M

Commenti

Post popolari in questo blog

Vudù

La disfatta di Kanye West