Lo spettacolo del derby di Milano

 
di Alessandro Silvetti 3A
Il derby di Milano, meglio conosciuto come “della madonnina”, è una delle partite più interessanti dell’anno, dove due squadre, Milan e Inter, non si scontrano solo per i 3 punti, ma quello che conta è soprattutto stabilire le gerarchie cittadine delle due tifoserie fino al prossimo derby. Lo scorso 7 novembre si è svolta la stracittadina che ha visto il risultato complessivo scritto sul tabellone fermarsi sull’ 1-1 al triplice fischio. La gara è stata considerata tra le più belle degli ultimi anni per diversi motivi che possono essere ad esempio: l’importanza della partita, infatti il Milan è primo a pari punti con il Napoli e un ipotetica vittoria li avrebbe posizionati alla guida solitaria del campionato, mentre l’Inter si trova a -7 dalle due squadre citate prima e quindi con i 3 punti sarebbe riuscita ad accorciare il distacco che la separa dalle due capoliste, le quali stanno correndo come treni poiché il loro percorso fino adesso non ha visto cadute di stile, anzi hanno dato l’impressione di saper giocare un bel calcio dominando per 90 minuti e anche perché dopo anni le due riescono a giocare un derby degno del suo nome, con fenomeni, fuoriclasse, leggende e un’intensità di gioco paragonabile a quella che possiamo vedere nelle notti magiche di Champions League. Questa partita, secondo i dati televisivi, è stata mandata in ondata in 150 Stati diversi, mentre in Italia è stata guardata da 1.459.456 spettatori con un share del 6,17%, ciò che però ha fatto un certo effetto è stato vedere un San Siro gremito, dove 57.000 tifosi sono andati a gustarsi lo spettacolo offerto dalle due squadre milanesi. La cosa che in realtà ha stupefatto il mondo non è stata solo la partita, ma anche il ritorno delle coreografie, in special modo quella del Milan poiché per il ritorno allo stadio gli ultras rossoneri non hanno deciso di utilizzare sfottò o ricordare i vecchi momenti di gloria, ma la Curva con l’appoggio della società di Via Aldo Rossi hanno scelto di ringraziare chi ha lottato in prima linea per permettere tutto ciò che adesso è possibile fare, ma che fino a neanche cinque mesi fa erano solo dei sogni utopici. La coreografia della Curva Sud si è divisa in due momenti: la prima nel pre-partita, dove le squadre scendono in campo per il riscaldamento e gli ultimi tifosi entrano nello stadio per prende posto, sono stati mostrati tre striscioni che occupavano tutti e tre gli anelli del settore e i quali recitavano: “A chi ha lottato, a chi non ce l’ha fatta, a chi ha combattuto in prima linea per salvare la Nazione. Rendiamo onore a tutte queste persone. Dedichiamogli la coreografia più importante della stagione”. La seconda, invece, come da rituale è avvenuta all’entrata in campo per l’inizio della partita, proprio in questo momento è stata esposta un’immagine di tre infermieri i quali tengono la bandiera italiana con al centro il segno di lutto e alle spalle gli stendardi della città di Milano e della Lombardia, considerati il focolaio italiano della pandemia di Covid-19; sopra a questa era presente un altro striscione, il quarto della serata, che recitava: “Milano non dimentica, grazie”. Forse, dopo tutto quello che abbiamo passato non sarà solo Milano a non dimenticare e a ringraziare i medici, gli infermieri e i volontari che hanno combattuto, ma tutto il mondo, perché una situazione come quella che abbiamo affrontato non sarà e non potrà essere dimenticata. In questo caso, il calcio, come gli altri sport si è dimostrato un bellissimo metodo di comunicazione del sentimento collettivo.







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