È tornata l'educazione civica
Cari
ragazzi, “cittadini e cittadine” del mondo attuale e del mondo prossimo,
quest’anno
si introduce l’educazione civica di nuova impostazione con tutto ciò che ne
consegue: la titolarità di insegnamento, la fisicità del libro di testo, la
distribuzione regolare dell’orario, l’attendibilità della valutazione.
Peccato
che il destino di questa novità coincida con un anno difficile per via della pandemia
in atto e ciò potrebbe non facilitare il suo insegnamento.
Ma
a cosa serve l’educazione civica e perché è tornata ad essere una materia
curriculare?
La
risposta è molto più semplice di quanto pensiate: l’educazione civica è vita e
sarebbe impossibile pensarla, spiegarla e sintetizzarla se non attraverso il
mondo e le sue mille sfaccettature.
Il
termine “educazione” si può interpretare come una formazione su argomenti di
vita “civile”, fuori scuola, fatta di confronti con la realtà che ci circonda,
con l’esperienza che la vita ci offre perché possiate essere non solo studenti
ma soprattutto cittadini responsabili, consapevoli dei vostri diritti e fedeli
ai vostri doveri.
Gli
argomenti proposti dalla legge sono diversi: dalle istituzioni italiane a
quelle europee, la Costituzione, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, la
legalità insieme al contrasto alle mafie, la cittadinanza digitale, etc., il
tutto al fine di formare e favorire una partecipazione alla vita civile
plasmata- in primis- dai principi di responsabilità, legalità e solidarietà.
Quale
docente di potenziamento di Scienze Giuridico Economiche ritengo, quindi, fondamentale
per l’insegnamento di questa disciplina partire dalla conoscenza delle realtà
in cui si vive, delle società in cui si ci si trova ad operare magari invitando
a scuola i leader locali (sindaci, funzionari pubblici e altri esperti) per un
confronto su questioni che potrebbero essere di vostro interesse.
Ricordate
che una delle più grandi risorse è la vostra comunità ed il cambiamento avviene
nelle comunità quando le persone si uniscono e lavorano insieme per risolvere i
problemi.
La
novità di quest’ anno, in particolare, riguarda l’insegnamento della cittadinanza
digitale.
Mai
come in questo periodo di lockdown abbiamo potuto capire che non si tratta di
un argomento esterno alla logica del sapere scolastico ma come sia, invece, una
componente irrinunciabile tale da sviluppare una consapevolezza critica del
funzionamento dell’universo della rete.
Insomma
per concludere con una frase di Piero Calamandrei “trasformare i sudditi in
cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere”
Buon
Anno e Buon lavoro!!!
Prof.ssa
Francesca SerafiniÈ
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