Intervista alla preside Roberta Ciampechini

La Redazione SicEst ha intervistato e dato il benvenuto alla professoressa Roberta Ciampechini, la nuova preside della nostra scuola:

Quali pensa che siano le differenze con il suo predecessore? Vorrebbe mantenere la sua stessa linea o cambiare qualcosa?

“Già la prima domanda è impertinente!” è la risposta che sorge spontanea alla nostra preside, ed in effetti forse risulta quasi da “giornaliste d’assalto”, che però non vuole creare assolutamente conflitto tra le due figure che si sono succedute nella carica di preside, ma anzi cercare le caratteristiche positive di entrambi.

“Il lavoro del dirigente scolastico” riprende poi la Ciampechini “è molto complesso e può essere svolto su vari livelli, prediligendo gli alunni, i docenti, i rapporti con le famiglie, la contabilità, la sfera amministrativa o la sicurezza. Personalmente, nei miei due anni di dirigenza ho capito che bisogna fare delle scelte, ponendoci priorità” ribadisce, sottolineando che ovviamente non si può compiacere tutti in un complesso scolastico composto da più di 800 alunni. “La priorità per me sono gli alunni, mi concentro su di loro, ricordandomi (con molta felicità) degli anni in cui ho insegnato”

“Bisogna anche dire che ogni dirigente cerca la continuità con il suo predecessore, sempre però nel rispetto della sua individualità”. Non si sente nelle facoltà di giudicare qualcun altro, ma di evidenziare ancora una volta che lo studente è al centro dell’ideologia di dirigenza che vuole attuare: “sto lavorando sull'ampliamento dello sportello dello psicologo, anche perché la scuola ha ricevuto dei fondi dal Ministero, proprio per questo fine” argomenta la professoressa, psicologo che è già entrato in contatto con il nostro istituto attraverso i rappresentanti e che probabilmente sentiremo in prima persona durante l’assemblea d’istituto di Dicembre, sul tema dei social durante questo periodo di pandemia. 

Altra dimostrazione della sua ricerca di contatto con gli studenti sono i “venerdì della preside”, giorno in cui dedica del tempo ai nostri rappresentanti d’istituto per l’organizzazione di attività scolastiche come l’assemblea d’istituto.

Come liceo, abbiamo la fama di scuola con le gite più brevi. Quando verrà superato questo periodo di chiusura, queste rimarranno sempre con un massimo di due giorni fino al quarto o si cercherà un compromesso tra professori e studenti per gite più lunghe?

La premessa che lecitamente nasce è legata ovviamente alla difficoltà che si ha in questo periodo nell’organizzare qualsiasi cosa fuori dall’ottica del COVID-19. “A livello ministeriale non possiamo organizzare viaggi d’istruzione per il corrente anno scolastico” ammette la Dirigente, che poi ci spiega che non è lei a stabilire la durata delle gite, ma che lei potrebbe, all’interno del collegio dei docenti proporre e discutere qualsiasi cosa, compreso la durata delle gite. Dal collegio poi l’argomento passerebbe al Consiglio d’Istituto dove si potrebbe procedere a qualche cambiamento!

“I confronti con le altre scuole spesso sono legati ai soggiorni studio, organizzati soprattutto per progetti di lingua” su cui la nostra scuola punta relativamente (anche il nostro istituto ne compie qualcuno) ma noi in confronto, abbiamo avuto e abbiamo il privilegio di partecipare al progetto MUN, uno dei tanti fiori all’occhiello del nostro liceo, che porta ragazzi meritevoli di quarto e quinto anno a New York, per un’esperienza degna di merito in un ambiente completamente diverso dai soliti banchi di scuola. 

“Diciamo comunque che se ne può parlare, lasciamo aperta la possibilità di modifica, ma il viaggio deve avere una finalità didattica” conclude la nostra preside, portando un po’ di speranza nel cuore di tutti noi.

Come si presenterebbe con tre aggettivi a noi studenti?

“Determinata, ambiziosa, sensibile”. Sensibilità che fin da subito abbiamo notato, essendo la preside stessa ad aver accettato di parlare con due studentesse appena possibile, nonostante tutto ciò che avviene in questo periodo e tutte le persone che hanno più bisogno di noi nell’avere un colloquio. “La porta della direzione è sempre aperta per gli studenti, anche se, in periodo di coronavirus ovviamente la porta si è trasformata in un link in cui possiamo ascoltare sia i rappresentanti d’istituto e, perché no, anche quelli di consulta”. Tenendo quindi in conto tutte le componenti della scuola.Oltre a questo però, deve anche rappresentare la scuola sul territorio, cercare la collaborazione con gli enti e con le istituzioni, dando un’immagine positiva del liceo (in questo periodo attraverso la notte dei ricercatori, di cui è molto fiera per i risultati e per la collaborazione che ha visto da parte di tutto il sistema scolastico) e allo stesso tempo creare un clima relazionale positivo.

Cosa invece la renderebbe fiera della scuola che sta amministrando?

 “Io sono già molto fiera di essere preside dello scientifico” risponde convinta, “Credo che sia tra le scuole più prestigiose della città”. Parlando della scuola, evidenzia che, essendo un liceo, coloro che lo hanno scelto dovrebbero amare lo studio, esattamente come lo ha apprezzato lei, insieme alla cultura (solo per diventare preside ha dovuto studiare 25 libri!)

“Amare la cultura vuol dire apprezzare gli studenti di questo liceo” dichiara, aggiungendo poi che la cosa che la renderebbe ancora più fiera sarebbe enfatizzare il lavoro su progetti caratterizzanti il liceo, che in parte già ci sono. Vuole infatti evidenziare le peculiarità del liceo, come attraverso l’aggiunta della nuova curvatura economico-finanziaria.

Quali sono le qualità che una preside deve avere per eseguire il suo lavoro nel modo migliore?

 “Naturalmente quelle che ho io!” scherza la Ciampechini, ma non del tutto. Per lei infatti quelle elencate sopra sono esattamente le caratteristiche che un dirigente deve avere: determinazione, sensibilità, capacità di ascolto. L’argomentazione si basa su questo ragionamento: la decisione finale appartiene di diritto alla carica che lei ricopre, perché è lei la prima responsabile della scuola, ma a precedere le scelte c’è l’umiltà e la capacità di ascoltare le opinioni ma anche le soddisfazioni di studenti e insegnanti.

A riprova di questo, la frase che più spesso si sente dire è “Preside, c’è un problema”, a cui lei ironicamente risponde “uno solo?”. Eppure tutti questi problemi pian piano vengono risolti ed è una delle capacità che rende un dirigente un bravo dirigente.

La sensibilità invece sta nel cercare di aiutare il più possibile uno studente (se questo vuole essere aiutato), anche nei confronti dei professori. Speriamo che questa disponibilità porti ad un miglior rapporto tra gli studenti e il sistema scolastico e ad uno sfatare il luogo comune “dal preside ci si va solo se si ha fatto qualcosa di male”.

“Mi è dispiaciuto non aver fatto in tempo a passare in tutte le classi” è l’ultimo commento.

 Come si trova ad affrontare ed amministrare due sedi diverse e con problematiche completamente diversi?

 “Solo a livello logistico sono due sedi diverse, siamo un liceo, un unico liceo”. La dirigente lavora dalla sede solo per comodità, ma nella succursale ha la professoressa Pagnanini, che fa in modo che entrambe le sedi vadano di pari passo. 

Tiene a puntualizzare che fin quando ci sono stati studenti e professori a scuola, una giornata a settimana la passava interamente nella distaccata, che inoltre ospita i quattro rappresentanti d’istituto. Questo rafforza ancora più i legami tra le due sedi, che sono divise solo per un numero (ironico che in un liceo scientifico siano i numeri a creare “problemi”). Infatti siamo arrivati a superare gli 800 studenti che, nella sola sede centrale, sarebbero impossibili da contenere.

Se si ritornerà alla didattica in presenza, come sarà organizzata? Ci saranno gruppi alterni o sarà 100% a scuola?

Partendo dal presupposto che le disposizioni non partono dalla Preside, il suo pensiero è che probabilmente non riusciremo a rientrare tutti in presenza, non per gli ambienti scolastici, già pronti da settembre, quanto per il problema dei mezzi di trasporto.

Se poi questo problema fosse risolto e tornassimo al 100%, ma continuassimo comunque ad ammalarci, dovremmo tornare ad una didattica mista, la cui organizzazione è molto complessa.

“Prevedo quindi un ritorno con le percentuali e punterei con attenzione al ritorno delle prime e delle quinte, perché le prime hanno bisogno di tempo per conoscersi meglio e fare gruppo, mentre le quinte devono essere sostenute nel momento di orientamento e nella preparazione all’esame di stato”.

Un ultima domanda: come si è trovata qui da noi? 

“Secondo voi?” La preside ci rilancia la domanda. “Nessun problema” ci dice. “Tengo sì al rispetto delle regole, ma deve essere affiancato dalla correttezza, senso di responsabilità e sincerità, perché è facile fare richieste in base alle esigenze, ma anche gli insegnanti possono espormi delle problematiche, anche se per ora tutto bene e… incrociamo le dita” e poi aggiunge: “e voi? cosa pensate della nuova dirigente?”.

Per me (Virginia), la figura di un preside non è mai stata così vicina agli studenti. Fin da quando l’ho incontrata per la prima volta, sono rimasta sorpresa dalla sua apertura alla conversazione e all’ascolto, in aggiunta apprezzo tantissimo anche questo mettersi in gioco attraverso un’intervista redatta da giornalisti in erba, che potrebbero (sperando non succeda) aver interpretato in maniera incompleta o parzialmente errata le sue parole. Aggiungerei il “coraggiosa” tra gli aggettivi che la descrivono, e la ringrazio ancora per la grandissima disponibilità.

Ora la domanda la rigiro a tutti gli studenti del liceo: cosa ne pensate?

Di Virginia Rampichini 4L

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