Giornata mondiale dei diritti umani

Il 10 dicembre è la giornata mondiale dei diritti umani, celebrazione sovranazionale instituita nel 1950 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, due anni dopo la stesura della Dichiarazione universale dei diritti umani. La giornata ha lo scopo di educare e sensibilizzare tutti sull’importanza dei diritti che ogni uomo ha, in quanto essere umano, e che non gli dovrebbero essere mai portati via. Però, per capire l’utilità di questa ricorrenza e per non banalizzarla, non bisogna immaginare che gli unici contesti dove attualmente i diritti umani non sono rispettati siano i paesi in via di sviluppo. Certo, è vero che in Cina migliaia di ragazzi e bambini sono costretti a lavorare per più di dodici ore al giorno in fabbrica o nei campi, per non morire di fame. È vero anche che in Siria sono in corso una serie di scontri intestini dal 2011, dove popolazioni come i Curdi vengono sterminate, e dove Sunniti e Sciiti si massacrano con guerre e terrorismo da un decennio per ottenere il controllo del paese. Per non parlare della Nigeria, dove gruppi estremisti di matrice islamica costringono all’emigrazione la minoranza della popolazione cristiana del paese, con saccheggi e massacri. 
Insomma, sicuramente ci sono molti paesi distanti in cui è ben noto che i diritti umani non sono rispettati, ma vi assicuro che per trovare situazioni tanto scabrose non bisogna guardare così lontano. Ad esempio, lo sapevate che in Francia, intorno alla città di Calais, da più di vent’anni ci sono svariati campi profughi, con migliaia di persone al loro interno, senza condizioni igienicosanitarie di base e senza elettricità e acqua corrente? Oppure, siete a conoscenza dell’incendio che ha distrutto parte del campo profughi di Moria sull’isola di Lesbo?
È il più grande campo profughi dell’Europa con una situazione già critica prima dell’incendio, dato che conteneva oltre 12.000 richiedenti asilo, il quadruplo di quelli che era stato progettato per ospitare. Ma anche in Italia possiamo trovare campi simili, come quello di Lampedusa, e situazioni in cui i diritti umani fondamentali non sono garantiti. Come l’attuale vicenda della Calabria, su tutti i giornali in questi giorni, dove c’è un commissario della sanità per la situazione critica in cui versa la regione, ma non per il COVID-19, bensì per la mala sanità, dato che in più zone del suo territorio ci sono interi ospedali chiusi, dove quindi non è garantito il diritto alla salute. 
Insomma, quando sentirete parlare di diritti dell’uomo violati, e situazioni in cui la vita delle persone è a limite, non immaginatevi solo un villaggio africano ridotto alla fame da una siccità, o un quartiere devastato dalla guerra in medio oriente, ma bensì pensate ad uno dei tanti campi profughi nel nostro paese e ai quartieri poveri delle città del mezzogiorno, ma non solo, dove povertà e criminalità dilagano.
Antonio Rosettani 2A

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