
Per la Giornata Mondiale della violenza sulle donne è stata
riconosciuta come data simbolo il 25 novembre per via del
primo “Incontro Internazionale delle Femministe
latinoamericane e caraibiche”, avvenuto questo giorno nel
1981, e un ulteriore passo avanti è stato fatto con la
Dichiarazione di Vienna nel 1993 con la quale si riconosce la
violenza sulle donne come fenomeno sociale da combattere.
Tutto però è partito nel 1960 a Santo Domingo, con l’assassinio delle Las Mariposas da parte degli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo.
Dopo queste “informazioni di servizio” ricordiamoci però che non è una legge o una dichiarazione a dettare i pensieri delle persone. Il più importante passo avanti, la più grande rivoluzione, la si avrà quando l’essere umano smetterà di sentirsi in diritto di prevalere sugli altri, aggredendo sia fisicamente, verbalmente e psicologicamente.
Molti di noi magari non se ne rendono conto, ma una frase o una parola possono far ben più male di un pugno proprio come possono migliorare una giornata no.
Quanti di voi sono passati dall’avere gli occhi pieni di lacrime ad un sorriso innocente solo grazie ad un messaggio? Credo che almeno una volta nella vita l’abbiate fatto quasi tutti.
Allo stesso modo c’è chi tutti i giorni si tortura con i propri pensieri, conseguenza di continue diffamazioni.
Purtroppo però, i più conosciuti atti di violenza sulle donne sono situazioni in cui la rabbia prevale su tutte le altre emozioni offuscando la mente, quindi non si può dire ad un uomo infuriato “pensa un attimo se ti piacerebbe subire queste cose”.
Chi vorrebbe vedersi allo specchio coperti di macchie violacee, le quali non procurano solo un dolore fisico ma anche psicologico?
Psicologico perché portano a pensare che sia tu a sbagliare, non l’altro; inizi a spegnere la tua persona e a sprecare l’unica vita che hai.
Uscire da queste situazioni è una cosa molto difficile, basti pensare a tutte le donne che devono aggrapparsi all’aiuto di altre strutture perché da sole non riescono ad andare avanti.
Oltre alle ferite, queste relazioni suscitano una paura costante che purtroppo molte volte si realizza, ultimo esempio le due donne morte questa mattina.
Basta.
Perché dovremmo infliggere del male agli altri se siamo noi i primi a non volerlo provare?
(Ciò che ho scritto non toglie che anche molti uomini subiscano violenze tutti i giorni, ho semplicemente preferito mettere in luce il soggetto di questa giornata: la donna).
Ruggeri Susanna 4L
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